Tasso di Cambio: cos’è e come funziona

Per comprare la moneta di un paese pagandola con moneta di un altro paese occorre versare un determinato importo, un prezzo. Si dice tasso di cambio (o corso del cambio) il prezzo di una moneta espresso in un’altra moneta.

Si dice mercato dei cambi quello in cui si acquista e si vende la valuta dei diversi paesi. Se leggiamo sui quotidiani italiani la tavola intitolata mercato valutario, cioè la tavola che indica i prezzi in Italia delle valute estere, notiamo che da un giorno ad un altro tali perzzi possono variare: troviamo infatti commenti del tipo “il dollaro è salito; la sterlina ha subito una flessione”.

Come ogni tipo di mercato, infatti, anche il prezzo delle monete del mercato valutario dipende dalle condizioni dell’offerta e della domanda: una forte domanda di un bene, come anche di una valuta, ne fa crescere il prezzo, mentre una sovrabbondanza di offerta lo abbassa.

D’altra parte l’offerta e la domanda di una moneta sul mercato internazionale dipendono dall’andamento delle transazioni internazionali: ciascun paese domanda valuta estera per pagare i beni acquistati all’estero e non controbilanciati da altrettanti beni venduti o dall’ingresso di capitali esteri. Abbiamo visto, infatti, come i saldi positivi o negativi delle bilance dei pagamenti di ciascun paese debbano essere compensati in moneta. Quindi la situazione della Bilancia dei pagamenti di un paese condiziona il valore della sua moneta nei confronti delle altre.

Infatti, gli acquisti esteri devono essere pagati con la valuta del paese dove sono stati effettuati, ovvero con una valuta convenzionalmente accettata da tutti. Nel mercato dei cambi si registra pertanto una forte domanda di una valuta, e quindi un suo aumento di valore, quando il paese cui essa appartiene ha effettuato notevoli esportazioni, che gli importatori degli altri paesi devono pagare acquistando appunto la valuta del paese esportatore con la propria moneta.

Al contrario, se un paese importa assai più di quanto esporti esso dovrà domandare notevoli quantità di valute estere, offrendo in quantità altrettanto abbondati la propria moneta. Di conseguenza, l’offerta elevata, per la nota relazione fra offerta e prezzo, deprimerà il valore di tale moneta rispetto alle altre. Le variazioni di valore delle diverse monete si esprimono appunto nella variazione del cambio, cioè del prezzo relativo di una moneta rispetto ad un’altra.

Si può pertanto dire che un rialzo del cambio estero (cioè un aumento del prezzo della valuta estera) indica un peggioramento della situazione valutaria di un paese, un deprezzamento della sua moneta, che si chiama svalutazione. Al contrario la situazione valutaria di un paese migliora quando diminuisce il cambio. Questo significa che la sua valuta si apprezza, cioè è in grado di essere scambiata con una quantità di valuta estera più elevata che in precedenza: questo si chiama rivalutazione.

Il cambio si trova in situazione di equilibrio quando la quantità di una moneta domandata sui mercati internazionali è uguale alla quantità offerta. Naturalmente, dato che le transazioni monetarie con l’estero e le conseguenti variazioni nelle riserve valutarie di un paese dipendono dal saldo della Bilancia dei pagamenti, una Bilancia in equilibrio è una delle principali condizioni perchè un paese abbia un cambio in equilibrio, cioè stabile, vale a dire una moneta che rispetto a quelle estere non muta di valore.

Le relazioni di valore fra monete di paesi diversi danno luogo al regime dei cambi. Si intende infatti con tale termine il sistema di regole concordate fra i paesi che disciplinano il mercato delle valute; tali regole sono strettamente dipendenti dal sistema monetario vigente.