Differenze tra Brillanti e Diamanti: Ecco Quali Sono

All’interno del mercato degli investimenti si trovano anche le pietre preziose come i diamanti e i brillanti. Ma quali sono le principali caratteristiche e differenze di queste due pietre preziose sulle quali poter indirizzare i propri investimenti?

Molto spesso i diamanti vengono etichettati come sinonimi dei brillanti, trattandosi allo stesso modo di due pietre preziose, ma tale associazione tuttavia risulta errata e frutto di ampie confusioni all’interno della materia trattata. Nell’eventualità di un approccio in campo di investimenti in diamanti o brillanti si dovranno possedere tutte le conoscenze necessarie al fine di poter optare per una scelta personalizzata e conveniente.

All’interno di questo nuovo articolo guidato ci occuperemo di analizzare in maniera approfondita tutte le principali caratteristiche tecniche di entrambe le pietre preziose, soffermandoci in particolar modo sulle differenze tra il diamante e il brillante, al fine di riuscire a colmare lacune e dubbi in merito.

Diamanti e Brillanti: tutto quello che occorre sapere a riguardo delle principali Differenze

Quali sono le principali differenze tra i diamanti e i brillanti? Per racchiudere il concetto generale in poche parole il diamante deriva dalla materia prima considerata tra le più preziose presenti in mercato, mentre il brillante viene associato alla tipologia di taglio.

Il diamante è inoltre caratterizzato dalle 4C, ovvero dall’elenco di tutte le sue principali caratteristiche integrate al suo interno, le quali vengono impiegate nella classificazione globale della qualità e del valore di mercato della pietra.

Entrando nello specifico delle 4C si distinguono il Carat, ossia il peso in carati, comprendente la grandezza complessiva della pietra preziosa. Il Clarity, ossia la purezza del diamante, all’interno della valutazione delle imperfezioni. Il Colour, ossia il colore associato alla pietra, generalmente tendenti al giallo o marrone, mentre i diamanti più rari integrano uno stato piuttosto incolore ad occhio nudo. Infine il Cut, ossia il taglio apportato sulla pietra, il quale consente al diamante di riflettere la massima qualità in esposizione alla luce.

Proprio dal Cut viene ricavato il brillante il quale presenta generalmente 57 faccette, 58 in caso di ulteriori sfaccettature in direzione della punta. Il taglio a brillante consente alla pietra preziosa di ottenere il massimo della luminosità, utilizzati soprattutto in gioielleria nella realizzazione degli anelli di fidanzamento e altri accessori.

Il diamante può essere suddiviso in diversi tagli tra cui il princess, taglio a goccia, taglio a smeraldo, taglio tondo, mentre la tipologia a brillante risulta sicuramente la più diffusa sul mercato odierno.

Lo stesso taglio a brillante viene utilizzato anche in altre pietre di valore quali i rubini e gli zaffiri, oppure lo zircone in questo caso di valore inferiore rispetto al taglio di diamante. Al momento dell’investimento o del semplice acquisto di un brillante si dovrà quindi specificare il taglio riferendosi al diamante, in modo tale da escludere a priori uno scambio di pietre preziose.

Il valore di un diamante sottoposto al taglio specifico a brillante risulterà nettamente superiore rispetto ai tagli riferiti alle altre pietre preziose sopra riportate, riferendosi sia agli investimenti che all’acquisto di un gioiello personalizzato sulla base delle diverse esigenze.