Come funzionano i certificates a capitale protetto

Come funzionano i certificates a capitale protetto e, soprattutto, di che cosa si tratta nello specifico? I certificates rappresentano specifici strumenti a carattere di debito emessi dai diversi istituti bancari, a carattere cartolarizzato, a valore incostante.

Il valore incostante dei certificates è dato da un secondo strumento finanziario definito un movimento sottostante all’interno del gergo monetario. Tramite tale terminologia si indica un collegamento verso un titolo azionario, ma anche verso un cambio valutario.

I certificates a capitale protetto possono rappresentare un argomento spinoso, motivo per il quale attraverso questo nuovo articolo ci occuperemo di approfondirne tutte le caratteristiche tecniche, soffermandoci in particolar modo sulle funzionalità e gli scopi finanziari.

Come funzionano i certificates a capitale protetto: tutto quello che occorre sapere

I certificates a capitale protetto prevedono una somma iniziale in deposito rappresentata da un capitale messo a disposizione dall’investitore. All’interno di tale servizio finanziario il soggetto investitore potrà servirsi dei certificates al fine di porre in sicurezza il proprio capitale.

Ma a chi si rivolge tramite metodo finanzio di investimento? I certificates a capitale protetto si adattano a tutti i soggetti investitori i quali non possono permettersi il rischio di subire eventuali perdite successive del capitale depositato. La garanzia sul proprio fondo viene assicurata dai certificates a capitale protetto al 100%, mentre la forma standard dei certificates non assicura in alcun modo la salvaguardia dei propri investimenti.

Gli istituti bancari mettono a disposizione lo strumento dato dai certificates a capitale protetto sia per i soggetti investitori privati che per i soggetti a rappresentanza di istituzioni, prevedendo una libertà totale sull’accesso.

Uno dei vantaggi più evidente dei certificates a capitale protetto consiste proprio nella copertura da qualsiasi forma di rischio nei confronti della somma iniziale posta a deposito, integrando una forma continua di barriera per la durata dell’investimento.

Nel corso delle medie entità risulta inoltre possibile ottenere il capitale sfruttando lo strumento finanziario dei certificates a capitale protetto, compresa la scadenza naturale degli stessi, prevedendo una soglia di rischi particolarmente ridotta.

Nonostante la garanzia della salvaguardia sul proprio capitale posto a deposito anche i certificates protetti risultano soggetti a minime forme di rischio, primo trai quali l’emittente in relazione alla passività dello strumento finanziario stesso.

Anche se raramente, i certificates a capitale protetto, possono rappresentare un rischio a default, nonché una possibile assenza di quotazione in borsa dei certificates, sotto l’eventuale necessità di erogazione di un prezzo particolarmente alto in termini di differenziale tra il costo e il guadagno.

I certificates senza forma di protezione risultano maggiormente indicati per i soggetti investitori ad alto fondo finanziario, prevedendo in caso di profitti una più alta percentuale rispetto ai certificates in forma protetta, ma allo stesso tempo un maggior rischio di perdita.

Gli investitori che opteranno per i certificates a capitale protetto potranno contare sulla salvaguardia di almeno una parte del proprio investimento garantito, accusando un’eventuale perdita senza porre a rischio l’intero fondo di investimento. Il sottostante del gergo monetario può essere rappresentato sia dai titoli azionari che dalle materie prime, indici di borsa, tassi di interesse e coppie di valute.